L’intelligenza artificiale è in continua evoluzione e porta con sé cambiamenti significativi nella vita di tutti i giorni. Chi non ha interagito almeno una volta con un chatbot AI, utilizzato le raccomandazioni personalizzate di Netflix o chiesto al famoso assistente virtuale di Google di eseguire un comando? E, in questo panorama, se da un lato è inevitabile chiedersi quali sono i rischi che può condurre la galoppante avanzata dell’AI, dall’altro, molte aziende e agenzie di comunicazione stanno già sfruttando le potenzialità di questi strumenti orientandosi verso quello che viene definito “AI marketing”. Ma in cosa consiste questa forma di marketing che, oltre all’utilizzo degli strumenti più conosciuti come l’AI generativa, si spinge a un livello più profondo di analisi dei dati? In che modo si trasforma la customer journey dei consumatori? E soprattutto, come cambia il rapporto tra brand e clienti in questo nuovo contesto?

AI marketing: cos’è e quali sono gli elementi chiave

L’AI marketing è un approccio strategico che integra l’intelligenza artificiale in ogni fase del processo, dall’ideazione del piano di marketing allo sviluppo dei contenuti, per finire con l’interazione e la fidelizzazione dei clienti tramite i chatbot AI e le automazioni.

In particolare, gli strumenti AI nel marketing sono:

  1. Intelligenza artificiale e strumenti di analisi predittiva

Grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale predittiva sempre più evoluti, è possibile analizzare grandi quantità di dati sia storici che in tempo reale. Questi strumenti permettono di prevedere futuri trend di mercato e comportamenti dei consumatori, strutturando le campagne in maniera sempre più specifica in base alle caratteristiche del target che si vuole raggiungere.

  1. Chatbot e assistenti virtuali

I chatbot AI sono strumenti automatizzati in grado di simulare conversazioni in tempo reale. Sono molto utili per il consumatore, in fase decisionale, perché lo aiutano a risolvere dubbi durante l’acquisto di un prodotto, rispondendo a domande mirate. Inoltre, sono in grado di raccogliere dati e progredire, migliorando autonomamente le interazioni future. Gli assistenti virtuali invece sono un’evoluzione dei chatbot, in grado non solo di comprendere le domande e simulare conversazioni, ma anche di compiere azioni, come prenotare ristoranti o dare consigli su misura, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale avanzati.

  1. AI generativa e strumenti di ottimizzazione

Raccogliendo dati da fonti online, l’AI generativa è in grado di creare contenuti “originali” (la questione è ancora controversa, ne parliamo qui) come testi, immagini, video e persino musica. Grazie a questi strumenti le aziende possono includere questi contenuti già pronti in tutte le attività di comunicazione e nel content marketing, accorciando i tempi di elaborazione e sviluppo. Gli strumenti di ottimizzazione basati su AI, invece, analizzano i dati per migliorare le performance delle campagne di marketing o verificare l’ottimizzazione dei contenuti in ottica SEO (del resto, abbiamo già parlato di quanto è importante avere un sito ottimizzato SEO, per la sua visibilità online).

  1. Strumenti di automazione AI

Attraverso l’automazione AI, le aziende possono semplificare i processi ripetitivi come l’email marketing e la gestione delle campagne pubblicitarie. Automatizzando queste attività, l’intelligenza artificiale non solo ha un effetto positivo sull’efficienza operativa, ma consente anche di analizzare in tempo reale il comportamento degli utenti. I software più avanzati possono, inoltre, inviare comunicazioni personalizzate ai consumatori sulla base delle loro interazioni e preferenze.

Intelligenza artificiale e creatività: ne vale la pena?

L’AI marketing è questo: campagne strutturate sempre più ad hoc per coinvolgere e portare il cliente alla conversione, con l’accelerazione di processi altrimenti lenti e ripetitivi, analisi dei dati più approfondita e interazioni immediate con i consumatori. Un approccio strategico che, oltre a velocizzare i processi esecutivi dell’azienda, è in grado di migliorare molto l’esperienza dell’utente, soprattutto in termini di personalizzazione. L’AI è dunque un potente alleato per la comunicazione delle aziende, sempre a patto che venga utilizzato in maniera corretta. Infatti, il rischio dell’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle aziende è quello di affidarsi troppo a questo strumento, mettendo da parte del tutto la creatività umana, elemento ancora imprescindibile per comunicare con quelli che, oltre ad essere consumatori, sono prima di tutto persone.

Trovare allora un equilibrio tra strumenti digitali intelligenti e creatività diventa un fattore fondamentale per sfruttare le potenzialità dell’innovazione, senza rinunciare alla sensibilità personale, al senso critico e all’empatia profonda che solo un’“intelligenza umana” può davvero mettere in campo.